ZUCCHERIFICO DEL MOLISE: PREOCCUPAZIONE DEL PD MOLISANO
E’, comunque, una corsa disperata contro il tempo: il conto alla rovescia partito dalla firma dell’accordo del 20 ottobre scorso sta rapidamente giungendo al termine del 7 dicembre, stabilito per la verifica definitiva della possibilità di continuare nell’attività o, in alternativa, dell’impossibilità di procedere al ritiro e alla trasformazione delle bietole per la campagna 2009/10. La gravissima difficoltà di una delle quattro strutture saccarifere ad oggi rimaste in produzione in Italia dopo l’approvazione della riforma OCM zucchero adottata dalla Commissione europea nel 2006 e l’unica del centro sud avrebbe meritato particolare attenzione da parte del governo regionale e nazionale; la sensazione, tuttavia, è che questi 40 giorni, siano passati inutilmente, poichè non è dato intravedere elementi concreti che possano offrire certezze o garanzie per il futuro dello Zuccherificio di Termoli e delle centinaia di famiglie che traggono il loro sostentamento da quella realtà produttiva. Il tavolo nazionale, finalmente convocato a Roma dal Ministro Zaia, a 3 giorni dalla scadenza del 7 dicembre e solo a seguito della massiccia mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati, resta l’ultima tenue speranza per costruire un percorso che scongiuri la chiusura dell’impianto, speranza affidata a scelte chiare e coraggiose, fin’ora mancate, ed alla possibilità di reperire le ingenti risorse necessarie in un contesto di grave crisi economica generale. Il ritardo del governo nazionale nell’apertura del confronto tra tutti i soggetti istituzionali che hanno, come dicono gli stessi lavoratori, “prerogative decisionali”, è l’ennesimo segnale negativo per una regione che viene ignorata, se non addirittura discriminata, come nel caso della sospensione dei tributi e contributi post-sisma ed è un segnale altrettanto chiaro del livello di autorevolezza del governo regionale nei confronti di quello nazionale. Il PD Molise raccoglie il grido di allarme dei lavoratori, e non farà mancare, anche attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, l’impegno a ricercare una soluzione che salvaguardi i livelli occupazionali e l’economia locale, già duramente colpite da una crisi diffusa su tutto il territorio regionale.