La prima Porta Santa della cristianità

Porta SantaGUARDIALFIERA – Da Guardialfiera, suolo su cui sorge la prima Porta Santa della cristianità, il “Centro Studi 2000” canta il suo Magnificat. Lo cantano i credenti della Parrocchia, lo cantano i cittadini della comunità civile, con parole e melodie gemmate di eternità. Lo canta con la voce più forte che riempie la distanza del cielo, e coi toni  risuonanti, che percuotono le altezze, che sommuovono il sangue della primavera… Che mettono in movimento il quadrante delle speranze e del riscatto. “Porta fidei” è stato, come per magia, il tema portante scelto da Benedetto XVI nella sua esortazione apostolica divulgata per l’Anno della fede.  “La Porta” è stato anche il filo conduttore per la riflessione di Papa Bergoglio nello scorso 25 agosto. In quella XXI domenica del T.O.,  il Santo Padre da Piazza S. Pietro, ci ha persuasi sulla suggestività di entrare per la Porta “stretta” ma “aperta” con i piedi dritti; di lasciare fuori i bagagli, di sgonfiarci dalle presunzioni, di farci piccoli per poterla attraversare senza spallate e scampanellate impazienti.
Fra questo incantesimo per la Porta Santa, a Guardialfiera è tutto un traboccare di noi stessi, legati oggi da un filo unico avvolgente di sollievo. Perché dalle nostre profondità di sentimenti, esplode la confidenziale fierezza che non ci consente più di nascondere quel che siamo e di cui ce ne rendiamo poco conto. Perché da un incomprensibile mistero, nell’anno 1053 – era di giugno – l’Onnipotente ha dirottato “apud Biphernum flumen” , in questo villaggio, in “Catrum Guardiae”, un giovane Papa vagante, sfiduciato, stremato: Brunone di Dagsburg cinquantunenne, Leone IX. Ed è così narrato dalla “Regesta Pontiphicum Romanorum”, ossìa dal registro che traccia i profili e gli spostamenti di tutti i Papi di Roma. E qui, rasserenato, soccorso, onorato, QUI, sul suolo molisano, per una sorta di disposizione amorevole, di tenerezza, che Leone IX s’inventa a sorpresa la prima forma di Indulgenza Plenaria Perpetua, donde la “Porta Santa”. E la  elargisce qui! Mons. Giulio Di Rocco – guardiese a Termoli, scomparso nel 2003 – ne spiega scientificamente e storicamente le trame, attraverso il volume “Relazioni ad Limina dei Vescovi di Guardialfiera” pubblicato dall’Amministrazione Provinciale di Campobasso e qui presentato  il 1° giugno 1996 dal Cardinale Luigi Poggi, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Sboccia, dunque a Guardialfiera, il primo Giubileo cristiano della storia. 247 anni prima del Grande Giubileo di Bonifacio VIII a Roma; anteriore di 7 anni alle Indulgenze di S. Maria in Fafa; antecedente alla Perdonanza di Celestino V all’Aquila del 1294. Un “contado solitario” si pone in cima  alla graduatoria cronologica dei privilegiati del cielo. Guardialfiera, sicché, rappresenta per la Regione e per il Mondo, il segno continuativo di un valore spirituale e storico di un passato che non passa, che vive nel presente e che si spalanca verso il mistero. Alla prima bolla di largizione, distrutta da incendi e saccheggi agli Archivi Parrocchiali e Diocesani, sopraggiunge un nuovo Decretum “in perpetuum valituro”, emanato dalla Penitenzieria Apostolica e promulgato da Benedetto XVI il 13 dicembre 2007. Ed insieme alla Perdonanza dell’Aquila, è ora in fase di istruttoria all’Unesco, lo status di speciale riconoscimento e tutela della nostra Porta Santa, quale patrimonio immateriale dell’umanità. Il Molise ha avuto allora quel che non sognava d’avere. Ma non seguitiamo – per pietà – noi a costruir macerie sul passato. Si dìa, quando come adesso è onesto, si dìa un trillo di festa limpido e schietto, sulla centralità anche della periferia e della trasmissione dei suoi valori nel tempo!

Vincenzo Di Sabato

 

La prima Porta Santa della cristianitàultima modifica: 2014-04-14T08:24:31+02:00da ereticus3
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