Riproposto dalla Compagnia Teatrale “I Scapsctrat” il Carnevale di Jovine degli anni venti

GuardialfieraGUARDIALFIERA – “Il Carnevale (equidistante, nell’inverno, tra Natale e Pasqua), torna nel Molise come ritornano le stagioni, come tornano i lavori dei campi, le feste, i riti. All’annunciar di Pulcinella – tunica bianca e naso a becco – la gente straripa sulle strade, s’affaccia alle finestre, contenta, col riso  in gola, pronto a sgorgarlo e a punteggiare fasi irresistibili dello spettacolo in piazza”. Descrive così Francesco Jovine nel luglio 1941, il Carnevale di Guardialfiera. Lo evoca da inviato speciale del “Giornale d’Italia”, con l’arte e l’ispirazione per il suo vecchio Molise. Jovine, negli anni venti, è insegnante elementare a Guardialfiera. Vivrà qui, con intensità, i diletti di un particolarissimo microcosmo, fra giovani intelligenti e vivaci, ed un fremito straordinario di creatività e di cultura.Dalla storia dell’anima popolare e dalle spigolature del folklore campagnolo, nasce un nuovo “Carnevale di baldanza”. Canti, musica, danza, leggende, proverbi, saranno rimodulati  al nuovo tempo, senza perdere la freschezza e l’originalità primitiva.Schiere di giovani studenti e rigogliosi professionisti, assediano l’estro di Jovine. Son tuttora ricordati nelle persone di Vincenzo Cirella, Antonio d’Elisijs, Mario Caluori, Igino Montano, Florindo Lalli, Gastone di Lalla, Ciccillo di Rocco, i fratelli Mastroberardino, Domenico Lalli, Vittorio Maurizio, Luca Romeo, Peppino Villani. Una sorta di piccolo rinascimento nel paese, agli insegnamenti ed alla corte di Giuseppe Lalli notaio,Guido Loreto generale, Guglielmo Lalli medico, Giuseppe Caluori farmacista, Francesco Lalli avvocato. E tutti quei giovani, diverranno in breve figure autorevoli fra le realtà amministrative e aziendali del mezzogiorno.Ed ecco che in questo intreccio nascono “I guerrieri”:  <prendi la spada e tremi, mettiti in campo aperto”;  “ I calderai”; “La zingara che viene dall’Egitto”; e la sfida vanagloriosa di “Un mago”: “io sono mago e mago mi protesto e sono mago per i miei comandi, chi sa più di me si faccia avanti…”. “Dal realismo un po’ crudo di queste scene, – che mischia nella rappresentazione stregoni, zingari, draghi, sortilegi, fatture – al gentile simbolismo della “Danza dei mesi””, (lo annota proprio in questi termini Jovine in “Viaggio nel Molise”). Quella danza – un po’ comune adesso e presente con talune varianti in più Comuni – è stata vivacemente riproposta domenica, dopo novant’anni, dagli “Scapestrati”, il gruppo teatrale amatoriale diretto da Mario Pomponio e Maria Rosaria di Rocco. E, intensamente carezzevole, per i vegliardi, è stato il riascoltare oggi quel ridente valzer moderato: “la vita è sempre bella quando c’è l’allegria, con i divertimenti e l’allegra compagnia” appositamente composto nel 1925,  per “La danza dei mesi”, da Peppino Villani.Strana e sorprendente, inoltre, la coincidenza della inventiva di Guardialfiera di circa un secolo fa, con “L’error day” tenuta adesso a Bologna , esattamente il 28 febbraio, il 1° e 2 marzo.I paradossi, gli sbagli, i malintesi, le sviste, gli spropositi, le goffaggini, gli strafalcioni: le perle lucenti, insomma, che costellavano gli intrattenimenti casarecci degli amici di Jovine nel tempo di Carnevale, siano divenuti adesso i  comun divisori per l’Accademia delle Belle Arti a Bologna! Incantevole, infine, il corteo mascherato di sabato pomeriggio, fra schiaffi di vento gelido, una esaltazione collettiva ed un tripudio di coriandoli e stelle filanti. La Pro Loco, con la genialità dei costruttori, ha voluto personificare in “Pinocchio”, il celebre burattino stavolta in cartapesta, tutte le contraddizioni, i difetti, le svagatezze, i capricci della fanciullezza di sempre.

Riproposto dalla Compagnia Teatrale “I Scapsctrat” il Carnevale di Jovine degli anni ventiultima modifica: 2014-03-04T15:18:46+01:00da ereticus3
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