Che fare?

eppure non aveva.jpgPremettiamo, anche se non dovrebbe essercene bisogno dati i nostri lunghi trascorsi politici e data la natura dei nostri innumerevoli scritti, che siamo fascisti e che il nostro Stato ideale è quello della RSI. Ultimamente però, forse a causa di una nostra non pedissequa e pregiudiziale adesione a certe posizioni, si è dubitato della nostra buona fede e dall’alto di non si sa quale investitura etica e politica siamo stati accusati di “deviazionismo” quasi si ragionasse nel contesto di una cellula di comunisti staliniani anziché in un libero consesso “inter pares” di camerati e pertanto riteniamo utile la nostra precisazione.

Ripetiamo che il nostro obiettivo ideale è quello di creare uno Stato Fascista sul modello di quello della RSI, socializzazione delle imprese inclusa, ed allora cerchiamo di analizzare con razionalità e con logica quali possono essere le vie per raggiungere tale obiettivo. Secondo noi ci sono solamente tre possibilità: 1°La rivoluzione 2°La politica 3°La testimonianza Rivoluzione: per poterla fare e perché essa sia una rivoluzione nazionalpopolare e Fascista necessitano: una situazione sociale esplosiva, un vasto consenso ed un seguito concreto tra la popolazione tale da rendere i rivoltosi capaci di rischiare la stessa vita per il raggiungimento dello scopo, la disponibilità di capi che abbiano sia la capacità di progettare e compiere azioni militari che quella di trascinare il popolo con un sufficiente carisma ed i mezzi economici e gli appoggi per armarsi contro il potere. Politica: La politica è l’arte del compromesso e pertanto seguire questa via vuole dire allearsi con movimenti i cui ideali non coincidono con i nostri per erodere piano, piano, da posizioni di potere e quindi con mezzi e disponibilità mediatiche superiori, le basi dell’attuale tipo di governo ed inserirvi il seme dei nostri ideali e dei nostri obiettivi puntando sulle cose pratiche e concrete che da essi discendono. Testimonianza: E’ l’ultima e la più remota delle possibilità e se è vero che quando Jean Jaques Rousseau scriveva il contratto sociale da solo, al lume di candela nessuno lo filava mentre dopo 27 anni scoppiava la rivoluzione Francese, è altrettanto vero che nella nostra area i Rousseau non abbondano di certo e che in questa repubblica nata dalla resistenza il discorso sul Fascismo è difficile, incompreso, respinto pregiudizialmente ed ostacolato in tutti i modi. Ci pare dunque di potere senz’altro escludere l’ipotesi della rivoluzione e di avere ragionevolmente una scarsa fiducia in una risposta rapida della testimonianza. Resta la via della politica. Su questa strada però dovremo essere pronti anche ad inghiottire alcuni bocconi amari e soprattutto dovremo stare molto attenti affinché, contattando il marciume di questa democrazia, anziché guarirlo con il trapianto delle nostre idee, non ne veniamo a nostra volta infettati ..!! Se lo sapremo fare, dovremo però mentalizzarci ad agire nel contesto politico di questa democrazia ed a giocare con le loro carte. Il pretendere di scalare il potere per la via politica rifiutando di nuotare nell’acqua della loro piscina è pura follia e delirio! Ripetiamo, non confondiamo tattica e strategia con gli obiettivi e gli ideali. Usiamo i primi per ottenere i secondi!

  Alessandro Mezzano

 


 

 

 

Che fare?ultima modifica: 2012-02-07T11:28:00+01:00da ereticus3
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