Marchionne e la Globalizzazione

marchionne01g.jpgOggi tutta la stampa si scatena contro Marchionne a causa delle affermazioni fatte nella trasmissione di Fazio e secondo le quali la Fiat non ha guadagnato neppure un Euro sulla produzione fatta in Italia e secondo le quali la Fiat avrebbe tutto da guadagnare se chiudesse le attività in Italia.

Probabilmente é la verità, ma nessuno pare accorgersi che il problema non é Marchionne con il suo freddo cinismo, ma la mondializzazione voluta dal capitalismo internazionale (ed accettata da tutti come la panacea sociale universale), proprio per potere speculare sui differenziali sociali, legali e sindacali tra i vari Paesi e guadagnare il massimo possibile producendo a poco e vendendo a molto! Marchionne si colloca in questo scenario seguendo la logica capitalista dell’industriale multinazionale e fa semplicemente quel suo mestiere che le circostanze, i governi e le leggi gli lasciano fare! E’ lo stato Italiano che, aderendo alla logica del mondialismo economico, ha di fatto posto le condizione affinché si verificasse quanto é successo con la Fiat in Italia! Chi é colpa del suo mal, pianga se stesso..!! Il Capitalismo non ha Patria, né ha morale, né ha capacità di programmare il futuro. Il Capitalismo è per sua natura mondialista, non gli importa nulla delle condizioni di vita dei popoli e vive solamente la contingenza del massimo utile subito ed a qualsiasi costo. Sono gli Stati ed i governi che dovrebbero mediare tra le pretese del capitalismo e le necessità della Nazioni e dei Popoli stabilendo quelle regole che si chiamano leggi e che servono a condizionare l’avidità di chi vede solamente il profitto e non le necessità esistenziali della società. Questo purtroppo non avviene perché nella guerra dell’oro contro il sangue l’oro è uscito vincitore e per questo si sono capovolte le regole che ponevano la politica a controllare l’economia in modo tale che oggi è l’economia che controlla la politica. Il problema viene da lontano ed ora si presentano le conseguenze logiche ed inevitabili di una concezione dello Stato e dell’economia che aveva in sé, evidenti, i segni di una disumanità materialista che solamente i ciechi epigoni del mercato ad ogni costo non vedevano oppure, peggio ancora, vedevano, ma non glie ne fregava nulla! Ricordate i concetti di “Stato-Nazione o di socialismo nazionale o di socializzazione delle imprese? Immaginate ora un Marchionne qualsiasi in una situazione in cui tali concetti fossero applicati alla società nazionale e chiedetevi quali mai opportunità egli avrebbe di applicare le sue regole mondialiste nelle fabbriche. Certo, un mondo siffatto non permetterebbe la prevaricazione del mercato sui diritti dei lavoratori e sulle esigenze sociali e stabilirebbe, tramite una graduale e ragionata applicazione di dazi un interscambio tra importazioni ed esportazioni che, pur aiutando l’emersione delle economie in via di sviluppo, non permettesse a queste di travolgere come l’acqua di una diga crollata le economie già sviluppate. Questo però controllerebbe anche il volume degli utili del capitale e questo è il punto cruciale, il tabù, il santuario intoccabile che ha mobilitato la guerra senza quartiere tra l’oro ed il sangue! Purtroppo, ripetiamo, ha vinto l’oro e la spiegazione del travaglio economico dei nostri Paesi sta tutto qui!

 

Alessandro Mezzano

 

Marchionne e la Globalizzazioneultima modifica: 2010-10-26T07:20:04+02:00da ereticus3
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