LETTERA APERTA A DI FABIO

LETTERA APERTA DEL CONSIGLIERE REGIONALE MASSIMO ROMANO AL SINDACO DI CAMPOBASSO DI FABIO

romano.jpgEgregio Sindaco,

la risposta che ha inviato ieri ai giornali in merito alla conferenza stampa sulla sede della Regione mi offre la possibilità di chiarire, forse meglio di quanto non sia stato possibile nei trenta secondi di servizio televisivo, la mia posizione in ordine al Master plan per Campobasso, alla localizzazione della sede della Regione e agli acquisti immobiliari della Regione degli ultimi anni. Una premessa: spiace che abbia interpretato il tempismo della contro – conferenza stampa che ho tenuto insieme ai colleghi Leva e Petraroia come un gesto contro la sua persona e contro la sua carica. Non è così, considerato che della sua presenza al fianco del Presidente Iorio e dell’Assessore Vitagliano non c’era traccia alcuna nel comunicato stampa diffuso dalla Presidenza della Regione da cui abbiamo appreso dell’iniziativa. Peraltro, la contro – conferenza stampa era finalizzata unicamente a chiedere, con mozione consiliare, la sospensione di due Delibere di Giunta (regionale!!!) ed in particolare la n. 1187, mediante la quale, al fine di ottenere “una riduzione del compenso” (sic!) dell’advisor, gli si danno ulteriori 240.000 euro (oltre ai 140 mila già sborsati); e la n. 1186, con la quale la Giunta (regionale!!!) ha approvato un avviso pubblico propedeutico e funzionale ad ulteriori acquisti immobiliari, dopo le diverse decine di Milioni di euro già spesi (ex Romagnoli, ex Roxy, ex Enel), di “aree urbane ed immobili ubicati in zone adiacenti” al campo sportivo. Relativamente a tale procedura ho ravvisato innumerevoli illegittimità che nell’esercizio del mio mandato di consigliere regionale, unitamente ad altri colleghi, ho ritenuto e ritengo di dover evidenziare affinché vengano immediatamente revocate. Non capisco, pertanto, alla luce di quanto esposto, le ragioni per le quali sia Lei ad assumere le vesti di difensore d’ufficio di due atti deliberativi del governo regionale. La contrarietà rispetto alla localizzazione della sede regionale sull’area dell’ex Romagnoli è una scelta politica, opinabile in quanto tale. E ci mancherebbe.  Non nascondo, tuttavia, la profonda soddisfazione nell’annoverarmi tra le migliaia di cittadini che spontaneamente hanno sottoscritto la petizione promossa da alcune associazioni civiche contro quella scelta (cittadini che probabilmente, ed in alcuni casi certamente, nel 2004 hanno votato Lei e che forse avrebbero desiderato essere tenuti in debita considerazione), perché ritengo che sia sbagliata e provochi un impatto negativissimo sulla vivibilità del centro urbano di Campobasso, città nella quale vivo, lavoro e sono residente. Come è noto, il Presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha posto la mia candidatura alla carica di Sindaco di Campobasso, invitando gli altri partiti e gli altri movimenti a fare lo stesso, proponendo nomi e programmi. In virtù di questa investitura, ho il diritto ed il dovere di esprimere e comunicare la nostra idea di città e la nostra proposta politica per la città, anche e soprattutto su una scelta di così rilevante  portata tuttavia calata dall’alto (scelta che quanto a procedure e rispetto dei cittadini ricorda assai da vicino la vicenda Turbogas di Termoli). Per tornate ai toni della Sua Lettera, è strumentale e tendenzioso, invece, distogliere l’attenzione dall’argomento principale (ciò che interessa i cittadini) per insinuare il dubbio che il sottoscritto abbia cambiato idea al riguardo, e ciò in quanto tutti gli atti politici compiuti sull’argomento sin dal giorno della mia elezione in consiglio regionale (interrogazioni, interpellanze, mozioni ed interventi) attestano in modo inconfutabile la mia posizione di netta contrarietà. Anche il riferimento a fatti o circostanze accaduti (addirittura !!!) prima della mia elezione in Regione evidenziano (mi spiace dirlo), da parte Sua, una certa confusione sui ruoli e sulle responsabilità di chi è chiamato a gestire incarichi istituzionali. E’ forse superfluo, ma doveroso precisare, che l’assunzione di cariche pubbliche, nel mio caso di Consigliere regionale nel suo di Sindaco di Campobasso, impone il dovere istituzionale di spogliarsi di interessi personali e/o professionali, per assumere invece la rappresentanza degli interessi generali della collettività.

Ribadisco, pertanto, che è fuori luogo e anche sgradevole affrontare una questione politica ed istituzionale così importante relegandola sul piano personale, affermando che io fui “portavoce e sostenitore” di alcunché, anche perché il sottoscritto non ha mai avuto, al tempo in cui Lei fa riferimento, alcun incarico né alcun mandato, né politico né professionale, né dal Comune né dalla Regione né da terzi interessati, né gratuito né oneroso, al riguardo. Sgomberando, dunque, il campo dal pettegolezzo, molto in voga in questi tempi bui della politica e della democrazia, La invito invece a confrontarsi sui programmi e sui progetti, non ultimo sulla immensa colata di cemento che, al di fuori di qualsivoglia regola di carattere generale, si sta abbattendo sulla nostra città.

E proprio per restare sui programmi e sulle scelte urbanistiche, l’ipotesi di realizzare la sede della Regione sul campo sportivo significa, come scritto a chiare lettere in delibera di Giunta, alzare più blocchi di cemento delle dimensioni  dell’attuale Municipio su di un’area urbana già critica  e congestionata che non a caso la delibera di C.C. n.82/00 votata dalla maggioranza di centro sinistra (sindaco Augusto Massa) aveva legittimamente destinato a verde. E’ vero, sono nato a Bojano e per quattro anni ho lasciato il Molise per laurearmi a Bologna, ma a parte questo grave difetto di nascita con annesso peccato di gioventù (per taluni gravissimo ed irrecuperabile), ho l’umiltà di dire che questo intervento così impattante, unitamente all’idea sciagurata della Giunta Regionale di acquisire ulteriori aree urbane ed edifici (quali?) adiacenti il Romagnoli, nonostante tutti i Milioni di euro già spesi per acquistare l’ex Roxy e l’ex Enel di via Genova, mi pare non la voglia proprio Nessuno se non pochi imprenditori e professionisti privati (tra non molto sapremo anche quali). Nel frattempo, nei pochi mesi che ci separano dalle nuove elezioni, per verificare il livello di consenso di questa grande operazione economica (si parla di 120 Milioni di euro!!!) ed urbanistica, La inviterei, ben prima che gli accordi raggiunti con la Regione o con i privati diventino vincolanti, ad ascoltare e coinvolgere direttamente i cittadini di Campobasso in questa ed in tutte le altre operazioni politico-urbanistiche, anche mediante un pronunciamento del Consiglio comunale, talvolta completamente estromesso, non ipotecando irreversibilmente il futuro della città.

                                   

Massimo Romano

LETTERA APERTA A DI FABIOultima modifica: 2008-11-29T05:32:15+01:00da ereticus3
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