RIFLESSIONE CONTEMPORANEA


UNA RIFLESSIONE CONTEMPORANEA SUI FATTI DEGLI ULTIMI GIORNI

Sono due gli argomenti interessanti di questo periodo: la rievocazione dei fatti d’Ungheria e la protesta studentesca. Due argomenti che quarant’anni fa non ebbero, come accade oggi, vite parallele ma, invece, furono strettamente collegati. Quando la politica si basava ancora sui dibattiti culturali e sul confronto, i grandi temi di politica interna e internazionale erano oggetto di discussione nei consigli comunali. Nello specifico, i fatti d’Ungheria furono discussi in quello di Isernia e, stimolati dalle richieste degli studenti, deliberammo di intitolare la piazza antistante il Tribunale ai Martiri d’Ungheria. Isernia, insomma, fu una delle prime città d’Europa a riconoscere, con l’intitolazione di una piazza, l’importanza di quanto era accaduto a Praga. Soprattutto, sposò la tesi che oggi universalmente viene ritenuta quella giusta: prese, cioè, le distanze dall’oppressore sovietico, e da chi in Italia lo appoggiava, e si schierò al fianco di chi combatteva per la libertà. Nello stesso periodo si intitolavano strade a Kennedy, Sturzo, Gramsci e all’Europa. Gli studenti del tempo non erano diversi da quelli di oggi. Tuttavia, erano stimolati alla riflessione da una società che faceva politica per davvero. Così, nei giorni in cui la prepotenza sovietica schiacciava l’Ungheria, i giovani isernini manifestarono e noi politici fummo chiamati ad intervenire, a dire la nostra, a confrontarci con il mondo degli studenti e a crescere culturalmente insieme a loro. Non so quanti giovani conoscano il decreto del ministro Gelmini. Non so quanti di loro abbiano letto il documento oggetto della loro contestazione. Sta di fatto che – e questo è solo un esempio – le novità contestate relative al mondo universitario non sono contenute in quel documento ma sono conseguenza della legge finanziaria approvata mesi fa. Perché, allora, tutto questo ritardo? Perché protestare oggi per una decisione presa già da tempo? Sembra, insomma, che nella vita dei nostri giovani ci sia soltanto il desiderio del raggiungimento di obiettivi individuali: i punti del credito scolastico e poi i punti della valutazione dell’esame di Stato e poi i punti dei test di ammissione all’Università e poi i punti degli esami universitari e quelli della discussione della tesi. Così che sembrano scendere in piazza poco motivati, condizionati o condizionabili per la mancanza di una coscienza politica; che protestino contro una decisione governativa nemmeno ben conosciuta e che lascino passare inosservati i grandi temi e i grandi cambiamenti del Pianeta. Mancano, nell’animo dei nostri giovani, le prospettive, le visioni di spazi larghi e di futuro luminoso, la speranza del cambiamento. E ciò, naturalmente, non per colpa loro. E’ la società senza Politica, costruita dagli adulti, che dà loro queste visuali piccole, ristrette; una società che non può che offrire per il futuro scenari di cupezza angosciante.

Enrico Santoro

 

RIFLESSIONE CONTEMPORANEAultima modifica: 2008-10-28T14:52:02+01:00da ereticus3
Reposta per primo quest’articolo