Piccole reti derivanti: nuovo studio ue dimostra infondatezza bando Totale

AiutiLITORALE – La Commissione Europea non potrà non tener conto delle indicazioni che continuano a giungere dalla ricerca scientifica e che sempre più chiaramente dimostrano l’infondatezza dell’ipotesi di bando totale contro le piccole reti derivanti (le uniche autorizzate dopo l’abolizione delle spadare, vietate dal 2002): una ipotesi scriteriata, che in Italia mette a rischio la sopravvivenza di diversi mestieri tradizionali in numerose aree costiere. Così il Coordinamento pesca dell’alleanza delle Cooperative italiane accoglie la pubblicazione di una nuova ricerca che, se da una parte conferma la gravità dell’impatto socio-economico ed occupazionale del bando totale, dall’altra mette in guardia sulla incertezza delle sue ricadute ambientali, difficili da quantificare soprattutto per il rischio che lo sforzo di pesca si sposti su mestieri meno sostenibili. Già il progetto DRIFTMED, lungi dall’avvalorare la proposta del divieto totale, ricorda l’Alleanza, ha esplicitamente suggerito l’esigenza di “l’implementazione di misure di gestione specificamente orientate, che potrebbero assicurare l’attività regolata di queste attività, consentendo la diversificazione dello sforzo di pesca, il mantenimento delle tradizioni locali e il sostegno all’economia delle piccole comunità costiere”. La nuova indagine “Study in support of the review of the eu regime on the small-scale driftnetfisheries”, va oltre: nell’esaminare le 44 tipologie di pesca con piccole reti derivanti condotte nei diversi Bacini Europei (di cui 8 nel Mediterraneo concentrate in Italia) i ricercatori sottolineano che le ricadute ambientali, lungi dall’essere certamente positive, potrebbero riservare addirittura effetti controproducenti. Si tratta di sistemi che hanno un quantitativo di catture molto basso rispetto ad altri sistemi e non vi è nessuna evidenza che le specie bersaglio di questa pesca siano a rischio di sovrasfruttamento. Salgono così a due gli studi indipendenti commissionati dalla Commissione Europea che rendono indifendibile la proposta del bando totale contro le piccole reti derivanti, carta che la Commissaria Damanaki tenta di calare sul tavolo come assopigliatutto di fine mandato. Per l’Italia, sottolinea l’Alleanza, si tratta di 9 mestieri in totale di pesca artigianale (tra cui menaide, occhiatara, sgomberara, ricciolara, etc.) a basso impatto ambientale, fonte di reddito e occupazione in particolare nel sud della penisola, dove costituiscono la base di rinomate lavorazioni gastronomiche artigianali. L’Alleanza delle Cooperative condivide il sano pragmatismo della ricerca, che, come alternativa alla abolizione totale, suggerisce di puntare su una razionalizzazione di queste attività nel regolamento sulle misure tecniche in discussione a Bruxelles e di investire i fondi del nuovo FEAMP per accompagnare i pescatori a forme di prelievo sempre più sostenibili.

Piccole reti derivanti: nuovo studio ue dimostra infondatezza bando Totaleultima modifica: 2014-07-30T12:41:14+02:00da ereticus3
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