ROMA – La Segreteria nazionale del Sindacato Lavoratori agricoli Fai Cisl alla vigilia del Decreto attuativo che individuerà i terreni demaniali che lo Stato venderà alla luce del Decreto legge “Salva Italia”, dichiara di condividere l’allarme lanciato da alcune associazioni del mondo agricolo – già oggetto di analoghe preoccupazioni espresse dallo stesso Sindacato agroalimentare della Cisl nei giorni (novembre 2011) della discussione in Parlamento dell’allora Disegno di Legge sulle liberalizzazioni.
Due sono i rischi gravi da evitare: il primo è quello che ad acquistare il milione e trecentomila ettari di terreni demaniali sia la criminalità organizzata. Il secondo pericolo è che vengano dati quei terreni ai businessmen sedicenti agricoltori che, dopo aver ricoperto le loro terre con pannelli solari facendo affari d’oro, oggi esibendo il loro profilo di agricoltori, pretendano siano vendute loro terre pubbliche magari a costi di saldi. Analogamente può accadere per coloro che, dopo aver venduto a peso d’oro le loro terre per soddisfare piani regolatori di Sindaci megalomani rivolti alla esasperata cementificazione del territorio, oggi chiedono siano loro date quelle terre pubbliche per “fare impresa” magari “impresa giovanile”. Allora il Decreto attuativo – temendo, purtroppo, l’impossibilità di tornare indietro cancellando la vendita a favore della locazione – deve contenere condizioni rigorosamente ostative a quella che si annuncia una vera e propria rapina sul diritto delle Comunità, consumata con l’aggravamento di quelle complicità già registrate in Parlamento nel novembre scorso. In sintesi siano posti limiti agli ettari vendibili al singolo acquirente e divieti di vendere a coloro che con le loro terre agricole scelsero di fare business extra agricoli.