Oltre alla meraviglia per tanta disinformazione, che peraltro sembra indotta da una Organizzazione Professionale come Confartigianato, resta il fatto della totale infondatezza dei dati riferiti. Se ci sono abusi in agricoltura (come in tanti settori compreso l’artigianato) di essi gli operai agricoli sono vittime e non protagonisti. Se poi si intende parlare dei falsi braccianti, il problema non riguarda il lavoro professionale agricolo, ma il codice penale. La stagionalità in agricoltura è connaturata alla natura stessa del settore e purtroppo spesso (specie al Sud, ma non solo) sfocia nella precarietà occupazionale, salariale e previdenziale a causa dello squilibrato rapporto tra domanda e offerta, fenomeno di cui l’Inps (e non è una novità) sembra ignorare la portata. Nell’Italia dalle troppe finzioni, qualcuno scambia la vittima con chi delinque come nella favola del lupo e dell’agnello. Se veramente si volesse, invece che diffondere notizie infondate, agire per isolare ogni sorta di abuso, ci sono gli strumenti della bilateralità dove le esigenze di flessibilità delle aziende vere, la tutela dei lavoratori professionali e il bisogno di pulizia che ha l’Italia possono convergere in analisi e soluzioni condivise. Dopo le imboscate di una straripante ideologia calvinista orientata all’arbitrio di chi – nelle imprese di ogni settore – aborre ogni regola, dopo le dottissime disquisizioni accademiche di Tecnici al Governo e dopo le incursioni di una Magistratura al servizio di analisi superficialissime sul fenomeno del lavoro nero, dover subire anche l’accusa di intorbidire l’acqua di chi sta nella parte alta del torrente è veramente troppo. Questa sceneggiata, per quanto scritta da penne autorevoli, noi la respingiamo ai mittenti a difesa di coloro che ancora confidano nel Sindacato per risalire dal pozzo in cui qualcuno vorrebbe trattenerli. E’ questa la sintesi di una lettera inviata oggi al Dr. Sergio Rizzo dopo il suo pamphlet pubblicato ieri sul Corriere della Sera sugli sprechi rappresentati dalla indennità di disoccupazione agricola”.
Augusto Cianfoni
Segretario generale della Fai Cisl