Il vicepresidente della regione Umbria, Orfeo Guracci, appartiene al partito di Rifondazione Comunista, quel partito che da sempre rivendica per se la lotta alla corruzione, la difesa del diritto e della giustizia ed ostenta una pulizia morale che evidentemente non era così cristallina come si voleva fare credere se per lunghissimi tempi a Gubbio ed a Perugia si è operato fuori dalla legge e contro la legge. Dato che Orfeo Guracci non era uno scagnozzo qualsiasi, un umile e sconosciuto militante, ma era ai vertici regionali del partito, è inutile che oggi ci si venga a dire che nessuno, in rifondazione comunista era al corrente dei suoi intrallazzi così come non poteva esserne completamente all’oscuro la presidente della regione Umbria. D’altronde, delle due una: se essa non ne sapeva nulla è una stupidella inetta ed incapace e perciò assolutamente inidonea a ricoprire la carica di presidente della regione, oppure, se sapeva, come è più probabile, era comunque complice morale delle mascalzonate di Orfeo Guracci. Da qui non si scappa..!! Non è comunque accettabile la scusa del “non sapevo” perché un’organizzazione che ha visto coinvolti nove soggetti importanti e chissà quanti meno importanti, non avrebbe potuto non suscitare sospetti, data la grande mole di reati commessi e la grande quantità di persone coinvolte per lungo tempo. In un modo o nell’altro anche il PD è quindi coinvolto nello scandalo e d’ora in avanti la sinistra di Perugia e dell’Umbria non avranno mai più titolo per criticare il malgoverno altrui e per insegnare a chicchessia la via dell’onestà e della pulizia morale! Evidentemente, considerando anche quanto avviene in altre parti d’Italia, l’onestà e la pulizia morale non sono caratteristiche di nessuna delle parti politiche in campo e la triste realtà è che chiunque vada al potere lo userà prima o poi per fini personali infischiandosene sia dei suoi presunti ideali che lo hanno fatto eleggere, che degli interessidella collettività e della giustizia! D’altronde le cronache degli ultimi mesi e degli ultimi anni certificano che quello di Perugia è tutt’altro che un fenomeno isolato e che corruzione, malversazione ed appropriazione, investono tutto l’arco dei partiti, nessuno escluso e questa è la prova che non si tratta di casi isolati, ma di un vero e proprio “sistema”, di una mafia politica come ogni anno sconsolati procuratori della repubblica dichiarano ufficialmente nelle prolusioni delle aperture degli anni giudiziari e come è stato anche recentemente ribadito dalla corte dei conti. La corruzione, che nonostante e dopo “mani pulite” dilaga sviluppandosi in modi più raffinati e più sofisticati di prima, è diventata una costante della vita pubblica italiana che è oramai infettata da una cancrena cui non sarà sufficiente alcuna riforma per guarire. Sarebbe necessario amputare con una rivoluzione, ma purtroppo non vediamo all’orizzonte né le condizioni, né i capi con un carisma sufficiente a scatenarle! Non ci resta che rimpiangere i tempi in cui la politica era servizio ed il senso dello Stato era un comandamento e cioè i tempi del DUCE. Perché i Fascisti non rubavano..!!
Alessandro Mezzano