Se c’è un detto che sintetizza la politica italiana è quello del “predicare bene ma razzolare male”.
Un ultimo esempio in ordine di tempo?
Prendete l’ “integerrimo” e agguerritissimo Antonio Di Pietro che ai deputati dell’Idv intima: “State zitti. Parlate se lo dico io”.
L’ex Pm confonde un partito (il suo) con una caserma e (dopo la spaccatura del suo gruppo mercoledì alla Camera) mette nero su bianco e ordina ai suoi deputati: “Vi prego di attenervi alla seguente elementare regola; noi siamo all’opposizione e quindi non dobbiamo mai votare i provvedimenti della maggioranza, salvo che non ci sia una mia formale disposizione”.
E per quanto riguarda le dichiarazioni pubbliche: “Se non sono in linea con le prese di posizione già codificate del partito, devono essere preventivamente autorizzate da me”.
Quando si dice libertà, democrazia, autonomia.
Ma non è Di Pietro che non perde occasione per dare del “ducetto” a Silvio Berlusconi?
La verità è che nell’Idv si moltiplicano confusione, disssensi e spaccature e l’autoritario Di Pietro tenta di riportare ordine e disciplina firmando ordini di servizio, con il cipiglio del padre-padrone e l’autorità di un … caporale di giornata.
Il centralismo democratico di togliattiana memoria aveva ben altra dignità e … nobiltà.
Tonino ha spesso difficoltà con la grammatica italiana ma non difetta nell’arte del bastone. Senza la carota.
pubblicato da Massimo Falcioni
fonte: http://www.polisblog.it/post/4204/di-pietro-piu-ducetto-del-ducetto-berlusconi#continua