POLEMICA SORBO SINDACO DI VENAFRO
Sul merito della proposta votata in aula, va ulteriormente precisato che non é stata votata la proposta formulata dal sindaco. La proposta approvata all’unanimità fu invece frutto del confronto in aula tra le varie forze politiche e diversa da quella formulata dalla maggioranza. E si raggiunse l’unanimità (anche questo risulta dalla trascrizione ufficiale degli interventi) soltanto perché fu accolta la proposta di “Città Nuova” di integrare il testo del deliberato (che originariamente prevedeva solo una semplice e scontata rivendicazione della permanenza della sede) con il conferimento al sindaco e alla giunta del mandato di reperire i locali, possibilmente di proprietà comunale, da mettere a disposizione gratuitamente per ospitare la Comunità montana, e di inviare la delibera consiliare ai competenti organi regionali. In questo senso mi sembra addirittura un autogol il richiamo del sindaco alla delibera del 6 agosto, visto che ad oggi, nonostante siano passati quasi quattro mesi, non ci risulta che né lui né la giunta abbiano individuato e messo a disposizione i locali per ospitare l’ente montano e nemmeno ci risulta che nei documenti di bilancio finora approvati sia prevista una spesa o impegnata una somma per pagare eventualmente l’affitto di una sede. Speriamo che ciò non serva più e che questa inerzia non faccia saltare il buon lavoro fatto dal consigliere Incollingo in Commissione (dove, tra l’altro, la proposta è stata votata e condivisa anche dai rappresentanti del centrosinistra e nei prossimi giorni dovrà essere definitivamente approvata dal Consiglio regionale). Le dichiarazioni rese ieri alla stampa dal commissario della Comunità Montana, Di Cicco, ribadiscono, invece, la necessità che il Comune proceda ad individuare i locali da destinare alla sede dell’ente comunitario, Su questo punto aspettiamo dal 6 agosto una risposta ufficiale dal “superattivo” (a chiacchiere) sindaco di Venafro, che alle domande precise non è abituato a rispondere mai in modo preciso (come dimostrano i quattro quesiti da me rivoltigli nei giorni scorsi sulla situazione dell’ospedale di Venafro che restano ancora senza risposta, oppure i proclami, mai seguiti finora dai fatti, sulla sala panel, sull’appalto per la manutenzione della pubblica illuminazione, sul piano regolatore, sull’università e su tante altre questioni…).
La spasmodica ricerca di fatti, presunti o reali, a cui appigliarsi per cercare di dimostrare che la sua amministrazione ha conseguito chissà quali risultati, porta sistematicamente il sindaco a inserire elementi di contrasto nei rapporti con l’opposizione consiliare. Evidentemente non ha recepito, nel mio comunicato, il vero messaggio che avrebbe dovuto cogliere e che ripropongo testualmente (con la speranza che “repetita juvant”, come si diceva una volta agli alunni un po’ duri di comprendonio…): “Quanto accaduto (per la sede della Comunità montana) dimostra che l’unione di intenti, quando è finalizzata alla tutela degli interessi generali della Città, produce risultati concreti e positivi”. A Cotugno, evidentemente, non piace la collaborazione ma preferisce la contrapposizione. Ne prendiamo atto. Infine ribadisco, ancora una volta, il mio ringraziamento al consigliere Incollingo, vero artefice della proposta che consentirà a Venafro, se approvata dal Consiglio regionale, di conservare la sede della Comunità Montana.
Antonio Sorbo
(capogruppo di “Città Nuova”)