Ricerca scientifica per valutare il comparto della pesca

PescaLITORALE – “Meno si pesca è più le risorse ittiche risulteranno essere in crisi in base ai modelli matematici adottati attualmente dagli scienziati per valutare lo stato di pesci, molluschi e crostacei ”. Lo rende noto la Federcoopesca – Confcoopetrative riportando i risultati di una indagine condotta, dal Laboratorio di Biologia Marina di Fano dell’Università di Bologna, sui criteri utilizzati dagli organismi internazionali preposti alla valutazione delle risorse come Fao – CGPM, Iccat Comitato tecnico scientifico ed economico della Ue, per comprendere lo stato di abbondanza della fauna marina. Dall’Università di Bologna, sono stati presi in esame i risultati grafici ottenuti utilizzando diversi modelli matematici applicati a differenti aree geografiche, su dodici specie del Mediterraneo. La maggioranza dei modelli matematici utilizzati produce un risultato che dipende dai dati in entrata, legati al prodotto che viene catturato dalla pesca professionale a fini commerciali. “Visto che la tendenza in atto da diversi anni è quella di favorire la fuoriuscita dal mercato dei pescherecci, attraverso le demolizioni, e la riduzione dello sforzo di pesca, si pesca per meno tempo, meno giorni e con attrezzi più selettivi, è fisiologico che le catture diminuiscano di anno in anno” sottolinea l’associazione, nell’evidenziare come i criteri di valutazione utilizzati portino a risultati scontati. “Si potrebbe arrivare al paradosso che se le catture fossero pari a zero, per queste vie, si arriverebbe alla conclusione che nel mare non ci sono più pesci”. Il punto di arrivo dello studio dell’Università di Bologna, sottolinea l’associazione, evidenzia come, per avere un quadro della situazione più obiettivo, bisognerebbe valutare lo stato degli stock attraverso un solido campionamento scientifico, che sia indipendente dalle quantità pescate.

Ricerca scientifica per valutare il comparto della pescaultima modifica: 2014-07-31T12:35:35+02:00da ereticus3
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